Le strade della partecipazione

di Giovanni Carrosio

«Il concetto di partecipazione è così: viene trattato come un campo semantico molto vasto, dove esiste un nucleo comune di significati tale da fare sì che ognuno di noi quando lo evoca capisce quali sono i contorni di senso dentro i quali si trova, ma allo stesso tempo abbastanza plastico, malleabile, per fare sì che ognuno di noi possa pensarlo anche in un modo specifico, traducendolo in azioni, politiche, progetti che possono essere anche radicalmente diversi. Questo connubio tra robustezza e plasticità lo rende difficile da inquadrare. Più si cerca di precisarlo e di differenziarlo internamente, più sembra sfuggirci di mano. Consapevoli di questa complessità, possiamo però individuare qualche punto cardinale per orientarci».

È questo uno dei punti di partenza della riflessione che Giovanni Carrosio, professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste, porta nell’articolo pubblicato su Letture Lente, frutto della collaborazione con Hangar Piemonte che ogni mese darà spazio a diverse voci di studiosi/e, intellettuali, operatori e operatrici culturali sui principali temi legati alla trasformazione culturale.

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Giovanni Carrosio è professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste, dove insegna “Sistemi a rete, territorio e sviluppo”. È coordinatore del comitato scientifico del Collegio Universitario Luciano Fonda e dell’area scienze sociali del progetto speciale OGS “Trieste Laboratory on Quantitative Sustainability”. È membro del gruppo di coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità. Dal 2014 al 2018 ha fatto parte del Comitato Tecnico per le Aree Interne, presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lavorando alla co-progettazione delle strategie di sviluppo con gli abitanti e le istituzioni locali.