30 Marzo 2023

H-Research

Educare alla bellezza: una riflessione sulla pedagogia e sul corpo al Museo Borgogna di Vercelli 

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Non è mai troppo tardi per riflettere insieme sull’importanza della pedagogia del corpo e dar seguito a quel filone d’indagine che, a partire dagli studi di Daniel Goleman sull’intelligenza emotiva, ha aperto un’attenzione speciale sul linguaggio del corpo e sulle soft skills. L’appuntamento del progetto Educare alla Bellezza dello scorso febbraio presso il Museo Borgogna di Vercelli ha indagato con creatività molti di questi aspetti grazie al coinvolgimento degli artisti delle compagnie selezionate dalla Fondazione Teatro Ragazzi e giovani Onlus, di alcuni docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio e del team di progetto coordinato da Hangar Piemonte in collaborazione con Università Milano Bicocca. La mappatura dei bisogni e delle risorse, che è l’obiettivo di questa fase di sviluppo, si è nutrita dei preziosi stimoli del Prof. Ivano Gamelli, docente di Pedagogia del Corpo all’Università Milano Bicocca. Un richiamo sostanziale è andato alla necessità di una scuola in grado di far emergere le storie individuali attraverso uno stile educativo che riconosce il sapere del corpo. Come? Una bussola utile sono alcuni indicatori come: 

Lo SGUARDO: per assecondare il bisogno di essere riconosciuti e di aprire il dialogo con l’altro prima ancora che per avere qualcosa da dire per saziare il bisogno di essere ascoltati e accolti. 

La POSTURA: ossia il modo in cui abitiamo lo spazio con il nostro corpo e gli affidiamo la manifestazione esteriore delle nostre tensioni fisiche ed emotive.  

Lo SPAZIO: essere i registi dello spazio a disposizione per poterlo apparecchiare in modo da renderlo stimolante, accogliente, unico e portatore di forte carica simbolica. 

La PERFORMANCE: la scuola richiede oggi grandi prestazioni e mette in campo un numero sempre più alto di contenuti da affrontare, senza lasciare spesso il giusto respiro all’approfondimento, alla lentezza dell’apprendimento. La performance intesa invece come occasione in cui cercare ed esprimere la propria originalità richiede una scuola che non deve essere la copia della realtà esterna ma deve essere più che mai un luogo “altro” in cui fare tutte quelle esperienze che fuori non si riescono a fare. Deve essere una scuola consapevole del fatto che l’apprendimento dello studente è spesso collaterale e non è sempre rivolto a quei contenuti che in quel momento il docente ritiene importanti da veicolare. “L’esposizione” all’esperienza scolastica consente infatti a ciascuno di catturare quello che è stimolante per lui e va a determinare la sua individualità.  

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